Da un articolo di Mongai su Cara Garbatella del 2006 nel 50 anniversario di Padre Guido da noi.
Ora è un pò malandato a dire il vero l'ho visto un paio di volte ma lui è Padre Guido ... basta la parola.
Dire padre Guido alla Garbatella basta e avanza, non occorre nemmeno aggiungere il cognome, Chiaravalli, che peraltro pochi conoscono. Nominarlo significa richiamare l'oratorio, la parrocchia di San Filippo Neri, la storica chiesoletta di Sant'Eurosia, l'Istituto Cerare Baronio. Padre Guido, ottant'anni, è un'istituzione, per la sua generosità, per la sua cultura, per le sue virtù di educatore della gioventù. Intere generazioni se ne sono giovati, migliaia di ragazzi lo hanno amato, stimato, rispettato. Decano della parrocchia, dell'oratorio e dell'Istituto Cesare Baronio, rappresenta l'attiva continuazione della presenza degli Oratoriani filippini risalente al lontano 1925, quando il quartiere iniziava appena la sua espansione.
Da tempo volevamo intervistarlo. Ce ne ha offerto l'opportunità lo scrittore Massimo Mongai.
Anche lui da ragazzo aveva frequentato quel lungo fabbricato rosso di Via delle Sette Chiese eretto più di due secoli fa come vaccheria di una grande tenuta agricola, trasformato poi in oratorio dai padri filippini.
Lei è alla Garbatella dal 1956...? Il quartiere era "giovane", costruito da poco più di trent'anni anni, in piena fase espansiva con costruzioni in corso ancora negli anni '60, la chiesa di San Filippo Neri è del 1952.
Com'era allora la Garbatella e come è oggi?
Come la ricorda lei, come è cambiata?
Era un tempo molto diverso; il ricordo recente della guerra, il sentirsene usciti, il rendersi conto che la vita stava cambiando materialmente con nuove (desiderate ed
apprezzate) aperture: frigorifero- lavatrice-termosifoniscooters, il miraggio non più irraggiungibile della macchina e, di conseguenza, la possibilità di uscire dalla città
la domenica erano scoperte nuove nella vita particolarmente dei giovani.
L'oratorio è una realtà del quartiere ben nota e viva da decenni: da quando le ragazze non ci potevano entrare ai complessini degli anni '60 che provavano nel
teatro, dall'inizio della colonia a Torvajanica agli asili estivi, dalle varie squadre di calcio fino all'oggi.
Com'è l'oggi dell'oratorio?
La colonia si è chiusa due anni fa: andare al mare non interessava, volevano andare in piscine con acquasplash: Gardaland e Riccione hanno preso il posto dello Jutland e della Scandinavia, dove in passato i ragazzi s'erano indirizzati.
E poi sono spariti i complessini ( si ospitano gruppi musicali o danza di adulti). Resta più che mai valida l'accoglienza: trovarsi in libertà in un luogo sicuro, poter
giocare (senza misters) come mi piace.
Lei è un meneghino purosangue ma di fatto ha passato la maggior parte della sua vita non solo a Roma, ma proprio qui alla Garbatella. Com'è andato il trapianto
da San'Ambrogio a San Pietro?
Be, dopo essermi guardato attorno dove mai ero capitato (Garbatella anni '50) la decisione: Garbatellese con i Garbatellesi (30 mila partite di calcio per avere un linguaggio con loro). Dei romani apprezzo l'apertura al rapporto, la facilità di accontentarsi di poco ed il buon senso di fare.
Forse l'unico sacerdote noto in zona quanto lei era padre Melani, mancato da poco tempo. Ma ce ne sono stati altri. Li ricorda tutti allo stesso modo, qualcuno di
meno o di più?
Don Gregorio di San Benedetto all'Ostiense, don Lorenzo di San Francesco Saverio, padre Luigi, padre Alessandro, padre Armando, don Franco di Santa Galla, tutti partecipi per decenni del quartiere. Poi le suore, suor Carla (opera dal 1941!), suor Luisa, che era una figura leggendaria nell'assistenza agli "Alberghi". La gente nel
nostro quartiere rispetta la Chiesa proprio per l'esempio ricevuto.
Negli ultimi 50 anni nell'oratorio e al Baronio sono passate letteralmente migliaia di ragazzi e ragazze, che hanno ricevuto tutti, chi più chi meno, una qualche forma di imprintig da parte sua e degli altri sacerdoti della chiesa.
Ne è soddisfatto? Cosa ne pensa, com' è andato il progetto educativo?
Tante volte lo stare a vedere per 5 ore nel pomeriggio giocare a pallone o stare la mattina per 5 ore al mare mi faceva venire il dubbio se era giusto vivere così il mio
compito di sacerdote. Poi, e sempre più con il passare degli anni, in incontri casuali con ex ragazzi ho sempre visto illuminarsi il volto ed esprimere la convinzione che
nell'oratorio e nella scuola avevano imparato a vivere.
Ringraziamo il Signore.
Ora è un pò malandato a dire il vero l'ho visto un paio di volte ma lui è Padre Guido ... basta la parola.
Dire padre Guido alla Garbatella basta e avanza, non occorre nemmeno aggiungere il cognome, Chiaravalli, che peraltro pochi conoscono. Nominarlo significa richiamare l'oratorio, la parrocchia di San Filippo Neri, la storica chiesoletta di Sant'Eurosia, l'Istituto Cerare Baronio. Padre Guido, ottant'anni, è un'istituzione, per la sua generosità, per la sua cultura, per le sue virtù di educatore della gioventù. Intere generazioni se ne sono giovati, migliaia di ragazzi lo hanno amato, stimato, rispettato. Decano della parrocchia, dell'oratorio e dell'Istituto Cesare Baronio, rappresenta l'attiva continuazione della presenza degli Oratoriani filippini risalente al lontano 1925, quando il quartiere iniziava appena la sua espansione.
Da tempo volevamo intervistarlo. Ce ne ha offerto l'opportunità lo scrittore Massimo Mongai.
Anche lui da ragazzo aveva frequentato quel lungo fabbricato rosso di Via delle Sette Chiese eretto più di due secoli fa come vaccheria di una grande tenuta agricola, trasformato poi in oratorio dai padri filippini.
Lei è alla Garbatella dal 1956...? Il quartiere era "giovane", costruito da poco più di trent'anni anni, in piena fase espansiva con costruzioni in corso ancora negli anni '60, la chiesa di San Filippo Neri è del 1952.
Com'era allora la Garbatella e come è oggi?
Come la ricorda lei, come è cambiata?
Era un tempo molto diverso; il ricordo recente della guerra, il sentirsene usciti, il rendersi conto che la vita stava cambiando materialmente con nuove (desiderate ed
apprezzate) aperture: frigorifero- lavatrice-termosifoniscooters, il miraggio non più irraggiungibile della macchina e, di conseguenza, la possibilità di uscire dalla città
la domenica erano scoperte nuove nella vita particolarmente dei giovani.
L'oratorio è una realtà del quartiere ben nota e viva da decenni: da quando le ragazze non ci potevano entrare ai complessini degli anni '60 che provavano nel
teatro, dall'inizio della colonia a Torvajanica agli asili estivi, dalle varie squadre di calcio fino all'oggi.
Com'è l'oggi dell'oratorio?
La colonia si è chiusa due anni fa: andare al mare non interessava, volevano andare in piscine con acquasplash: Gardaland e Riccione hanno preso il posto dello Jutland e della Scandinavia, dove in passato i ragazzi s'erano indirizzati.
E poi sono spariti i complessini ( si ospitano gruppi musicali o danza di adulti). Resta più che mai valida l'accoglienza: trovarsi in libertà in un luogo sicuro, poter
giocare (senza misters) come mi piace.
Lei è un meneghino purosangue ma di fatto ha passato la maggior parte della sua vita non solo a Roma, ma proprio qui alla Garbatella. Com'è andato il trapianto
da San'Ambrogio a San Pietro?
Be, dopo essermi guardato attorno dove mai ero capitato (Garbatella anni '50) la decisione: Garbatellese con i Garbatellesi (30 mila partite di calcio per avere un linguaggio con loro). Dei romani apprezzo l'apertura al rapporto, la facilità di accontentarsi di poco ed il buon senso di fare.
Forse l'unico sacerdote noto in zona quanto lei era padre Melani, mancato da poco tempo. Ma ce ne sono stati altri. Li ricorda tutti allo stesso modo, qualcuno di
meno o di più?
Don Gregorio di San Benedetto all'Ostiense, don Lorenzo di San Francesco Saverio, padre Luigi, padre Alessandro, padre Armando, don Franco di Santa Galla, tutti partecipi per decenni del quartiere. Poi le suore, suor Carla (opera dal 1941!), suor Luisa, che era una figura leggendaria nell'assistenza agli "Alberghi". La gente nel
nostro quartiere rispetta la Chiesa proprio per l'esempio ricevuto.
Negli ultimi 50 anni nell'oratorio e al Baronio sono passate letteralmente migliaia di ragazzi e ragazze, che hanno ricevuto tutti, chi più chi meno, una qualche forma di imprintig da parte sua e degli altri sacerdoti della chiesa.
Ne è soddisfatto? Cosa ne pensa, com' è andato il progetto educativo?
Tante volte lo stare a vedere per 5 ore nel pomeriggio giocare a pallone o stare la mattina per 5 ore al mare mi faceva venire il dubbio se era giusto vivere così il mio
compito di sacerdote. Poi, e sempre più con il passare degli anni, in incontri casuali con ex ragazzi ho sempre visto illuminarsi il volto ed esprimere la convinzione che
nell'oratorio e nella scuola avevano imparato a vivere.
Ringraziamo il Signore.
c'ero anche io in chiesoletta bel 45 anni fa....e andavamo al mare con P. Guido...bellissimi tempi!!!
RispondiEliminaerminia
Anche Agostino ha sorriso ed è cresciuto con te....
RispondiEliminaAnche io andavo al mare vi ricordate la medaglia k e quando ti puniva la frase "raccogli 100pezzi di carta " e un grande e sempre rimarrà nei miei ricordi e nel mio cuore grazie padre guido
RispondiEliminail migliore
RispondiEliminaNon c'è nè uno come lui, Padre Guido è come un Maradona, un Messi della chiesa quella vera
RispondiEliminaAgostino Di Bartolomei e Valerio Mastandrea liceali
RispondiEliminasono venuto ad abitare alla Garba solo da 4 anni ,ma la Garbatella l'ho frequentata e vissuta da sempre
Un pajo d'anni fa ho incontrato Padre Guido che mi ha riconosciuto anche se non ricordava il mio nome .Aveva "validi motivi";ero stato suo allievo nel 1968 quando in Piazza Oderico da Pordenone,dove adesso c'è il Polo didattico, si trasferì una parte del mio Liceo scientifico (XI) Tra i suoi alunni quella scuola ha avuto personaggi celebri due sopattutto Agostino Di Bartolomei,che di nascosto del suo allenatore veniva a giocare il torneo scolastico sul campetto dell'oratorio e più tadi Valerio Mastandrea
franco
che tempi ragazzi negli anni 70 ci stavo anche io nella chiesoletta come veniva chioamata padre guido alle elementari insegnava religione
RispondiEliminala mia GARBATELLA dovrebbe essere tutelata dall' unesco, invece che dai pezzi di ..... che la sfruttano e basta.
RispondiEliminaciao Padre Guido è stato un onore averti come insegnanti e come guida spirituale.
RispondiEliminaVivo poco in questo stupendo quartiere.
RispondiEliminaHo conosciuto padre Guido e ne sono rimasto colpito.
Mi sento un vuoto da Quando ho appreso della sua morte.
Grazie Padre per tutto quello che hai fatto
Alla garbatella ci sono nata e i miei genitori e nonni prima di me dal 1946. Ieri pomeriggio è stato un fulmine a ciel sereno sapere che Padre Guido era volato in cielo! In Paradiso !
RispondiEliminaMi è passata davanti in un momento la mia infanzia e la mia adolescenza, quasi tutta sotto la sua guida.
Mi mancherai Padre Guido , ma quello che mi hai e ci hai insegnato non morirà mai.
Laura
Era il 1 Ottobre del 1957, avevo poco più di cinque anni e la mia mamma, mano nella mano a mia sorella più piccola, mi accompagnava all'Istituto Cesare Baronio; cominciavo la prima elementare. E il ricordo va ora immediato e vivido a Padre Guido, giovane, alto, capelli chiari, chiara inflessione nordica della parola. Padre Melani ci faceva dire la preghiera nella indimenticabile Cappella sotto la chiesa, Lui ci guidava ordinatamente ( altrimenti volavano scappellotti ) nelle classi per le lezioni. E poi otto anni di scuola ( fu mio insegnante di religione e poi di matematica ) e di oratorio ( la mitica Chiesoletta ) sempre con Lui al nostro fianco di ragazzini con poche ma essenziali parole, con il suo coerente rigore di prete e ancora più di uomo. Tutti lo imitavamo, chi non ha provato a dire alla sua maniera " carognetta ! no si fa così ". E le sue mitiche e fulminee punizioni: " Quattro giri di campo, raccogli 10,50,100 pezzi di carta ... ". Tutti gli stavamo attorno, anche chi si allontanava prima o poi tornava per chè Padre Guido sapeva parlare con ciascuno di noi. E che dire del suo pensiero: prete/uomo di fede fortissima e tradizionalissima e nel contempo uomo di scienza, uno strano positivista sempre con Dio nella testa e nel cuore. La vita a me come a tutti ha poi riservato gioie e dolori, mi ha portato lontano dalla Garbatella e dai miei genitori che lì hanno continuato a vivere fino all'ultimo dei loro giorni , dalla Chiesa di San Filippo, dalla Chiesoletta ma sapevo che Padre Guido era lì pronto a ( pre )occuparsi ancora di me.
RispondiEliminaGrazie Prete e Uomo magnifico !
Uno dei Tuoi ragazzi
Cesare baronio fotografia fuori dal cancello con il grembiule nero e fiocco bianco.Vi ricordate la 1100 grigia di padre Armando che usciva dal cortile dell'isituto, la cagnetta nera " Coki", Padre Melani la mattina prima di andare in classe in chiesa, l eosservazioni meteorologiche nel cortile con padre Guido ( da li' ho capito cosa erano i cirri i nembi ed i cumuli!).. Padre Guido grande Sacerdote, grande uomo, quando ripeteva" spegnete i termosifoni a casa ed aprite le finestre" e dentro di noi gli davamo del folle, ma sapevamo che aveva ragione su tutto.. Le gite a Tolfa ad Allumiere con il coltello da scout, e tutto il resto.. Grazie Prete, ora proteggici e veglia su di noi da lassù, perchè di te ne abbiamo ancora bisogno..
EliminaVorrei qui ricordare, oltre che l'indimenticabile padre Guido anche padre Enrico ten Kortenaar, assistente del Roma 41 e mio grandissimo amico, morto in un incidente una ventina di anni fa.
RispondiEliminaRICORDO CON NOSTALGIA I MIEI TRASCORSI SCOLASTICI NEGLI ANNI 60 AL CESARE BARONIO,RICORDO CON TANTO AFFETTO PADRE MELANI,PADRE ARMANDO,PADRE GALLO E SPECIALMENTE IL MIO PROFESSORE DI RELIGIONE IL GRANDE PADRE GUIDO,CHE SALUTO CON GRANDE AFFETTO.
EliminaHo frequentato il liceo Borromini dall'anno 1968 all'anno 1972. Padre Guido è stato il mio prof di Religione,un grande Sacerdote,un grande uomo;quello che mi ha insegnato lo porto nel cuore perché è di grande valore.Mi manchi Padre Guido.Lucia Scorza
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