Un gasometro (o gazometro) è una struttura ideata nel XIX secolo con lo scopo di immagazzinare il gas di città (o gas illuminante), cioè una miscela gassosa che include tra gli altri i seguenti gas: metano, monossido di carbonio, propano, butano, acetilene. L'ingegnere scozzese William Murdoch, che per primo ottenne il syngas, coniò nel 1800 anche il nome della struttura destinata a contenerlo.
Attualmente i gasometri sono sempre meno usati e rappresentano più dei monumenti di archeologia industriale che delle vere e proprie infrastrutture. In passato infatti i gasometri venivano utilizzati per accumulare il gas di città, che veniva prodotto prima per gassificazione del carbone e successivamente tramite cracking del petrolio. Tale gas veniva utilizzato sia per usi domestici, sia per l'illuminazione pubblica delle città. Con la diffusione del gas metano però l'utilizzo del "gas di città" è via via scomparso e così anche i gasometri hanno perso il loro ruolo. Queste strutture venivano utilizzate anche in ambito industriale in molti impianti tra cui le acciaierie (ad esempio quello delle ex acciaierie di Cornigliano, ormai abbattuto, e quello dell'acciaieria di Taranto).
Il gasometro ha funzione di contenitore a pressione costante, non è quindi in grado di ospitare grandi quantità di gas, nonostante le dimensioni spesso ragguardevoli, non si presta quindi ad un uso come serbatoio per lo stoccaggio a lungo termine di gas, bensì alla funzione di regolazione a breve termine tra produzione e consumo e immagazzinamento di gas, permettendo di rispondere ai picchi di richiesta, di sopperire ad uno stop di produzione o a una produzione di tipo ciclico.
A partire dal 1910 la Società Anglo-Romana inizia gli interventi per la realizzazione della nuova Officina Gas San Paolo nel quadro complessivo del posizionamento nella zona Ostiense di impianti di servizi di pubblica utilità voluta dal nuovo PRG della città di Roma, voluto dall’allora Sindaco Ernesto Nathan. Nel gennaio del 1926 nasce la Società Romana gas composta dapprima da tre gazometri da 60.000 mc , nei primi anni trenta, sia per l’aumento della domanda di energia, sia per sancire l' “Asse” Roma e Berlino, viene costruito il quarto gazometro per uno stoccaggio di circa 220.000 mc di gas ed un suo gemello di pari dimensioni a Berlino.
Il 13 febbraio 1936 il Consiglio di Amministrazione della “Romana gas” prevede l’entrata in funzione del gazometro nell’estate del 1937.
La “relazione sull’esercizio dell’azienda del gas” per l’anno 1936 denuncia un sostanziale ritardo nella consegna dei materiali Ansaldo ma sottolinea come, dal momento della presa in carico delle lamiere e dei profilati, il lavoro proceda con grande rapidità tanto da far ritenere un anticipo nei tempi di consegna. Il gazometro è ormai già ben visibile. La sua stazza è in qualche modo impressionante. “la sua mole ha suscitato molto interesse e numerose sono state le critiche e le discussioni che si sono accese. Sono state numerose le visite di Autorità e tecnici: per esempio il 29 novembre il Sindacato ingegneri di Roma è venuto a visitare l’officina interessandosi in modo particolare – direi esclusivo – al nuovo gazometro”.
L’eccesso di attenzione, poco gradito dalla Romana gas, sulla struttura determina, alla fine dei lavori, qualche ulteriore ritardo. “Dato che le discussioni sul gazometro non si sono ancora quietate, è stata rimandata l’ordinazione ad una prossima data”. Per lo stesso motivo si decide di ritardare il montaggio dei piloni di sostegno della tubazione di collegamento con la sala pressioni: come l’ascensore esterno, troppo visibili in una struttura di dimensioni così “imbarazzanti”.
Finalmente, nella “relazione sull’esercizio dell’azienda del gas” del 1937 la costruzione del gazometro è definitivamente ultimata. Nella parte del documento dedicata a questo argomento, si danno alcuni numeri: mille e 551 pali infissi per una complessiva lunghezza di 36 chilometri, altezza fuori tutto 89,10 metri, diametro della vasca 63 metri. Nei primi mesi del 1937 il gazometro entra finalmente in funzione.
La sua morte (apparente) è registrata tra gli anni 1963-65. Quando la Romana Gas di via Ostiense, che forniva l' elettricità alla capitale, spense la fiammella giallognola e maleodorante che la teneva in vita.
Video di Elio Piccon sul funzionamento del gasometro
La struttura ha affascinato il mondo del cinema che spesso l'ha usata come sfondo. Da Accattone di Pasolini, alle Fate ignoranti di Opztek,
L' inizio del film, “Il gobbo” di Lizzani si svolge davanti a quella sorta di montagna russa dismessa. I due lustrascarpe smarriti di Sciuscià si aggirano sulla via Ostiense guidati per mano da De Sica. Il furto delle due cassette di frutta ai mercati generali, di fronte al Gazometro, si completa in Un giorno in Pretura di Steno. E l'Accattone di Pasolini va a morire sul Ponte di Testaccio, congedandosi con un epitaffio beffardo: «Mo' sto bbene!».
Le fate ignoranti |
Il Gazometro è stato un piccolo grande amore anche per il cantautore Baglioni, laureatosi in Architettura con una tesi sulla sua riqualificazione. Per effetto, ricorda, di una giovanile malia: «Quando ero pischello mio padre mi disse che si trattava di un cilindro magico».
Oggi l’area intorno al Gazometro pullula di cantieri e iniziative più o meno lodevoli per una sua riqualificazione. Il solito problema è che questi lavori vanno a rilento, sembrano infiniti e a volte impossibili. L’unica volta che Roma ha potuto ammirare il Gazometro in una veste più consona a una città moderna è stata durante la Notte Bianca del 2006, quando è stato trasformato nel Luxometro. La struttura infatti è diventata una grande opera luminosa in grado di emettere luce con oltre 10 chilometri di fibra luminosa, composta da oltre 1 milione di lampadine led e disposta lungo tutto lo sviluppo del suo “corpo metallico”.
Spettacolare video artistico con gioco di luci
Fonti: Wikipedia
www.eni.com
http://archiviostorico.corriere.it
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