venerdì 1 febbraio 2013

Garbatella internazionale


Iniziamo con il riproporre un post di KAMO che è stato pubblicato a marzo del 2011.





Chi si avvicina alla mia età, sa che la Garbatella non è stata sempre così ricercata e nominata. Purtroppo un tempo, era circondata da un alone di chiacchiere negative. Si diceva fosse un brutto quartiere, di gente poco raccomandabile. Non è mai stato vero, e lo dico spassionatamente come nativa, come abitante e come frequentatrice. La Garbatella di allora, era diversa ma simile a quella di oggi. Nostalgicamente rimpiango un po’ la coesione che c’era nei lotti, la condivisione dei giochi, di cui abbiamo tanto parlato nel blog e la solidarietà e l’amicizia tra vicini.
Oggi la vita è diversa, molto più veloce, non ammette divagazioni e un poco si è perso lo spirito, soltanto un poco però.
Ricordo ancora che alla domanda dove abiti? Seguiva un breve istante di silenzio imbarazzato, perché si immaginava già la derisione alla risposta: Garbatella. C’è chi spostava di poco immaginariamente il domicilio e diceva: S. Paolo o Piramide ma dopo seguiva anche il senso di colpa del tradimento fatto alla garbata signora, che ci aveva dato i natali.
Poi tutto è cambiato.
Da quartiere periferico e mal nominato è diventato rione, è stato scoperto e riscoperto dal resto di una capitale che si era vergognata di lei per anni.
Ora pronunciare il nome Garbatella, implica tutta una serie di toni ammirati, d’invidia verso chi ci abita, da parte di chi, vorrebbe abitarci.
Siamo diventati famosi noi della Garbatella, anzi è la bella garbata signora che lo è diventata, in tutta la Penisola, per le tante fiction, film, girati, e libri scritti su di lei.
Le foto girano e rigirano nel web, istanti catturati di vita di quartiere, di ieri, di oggi.
Così abbiamo catturato anche l’attenzione dei paesi stranieri.
L’anno scorso conosco Carol, americana di Miami. Diventiamo amiche e tra un italiano stentato e un inglese maccheronico andiamo in giro per la città. Un giorno lei mi chiede: “Do you know Garbatella?” non sapendo nulla delle mie origini.
L’orgoglio d’appartenenza si scatena e le chiedo come mai conosca questo quartiere. Mi racconta che suo marito, architetto, l’ha visitata qualche mese prima e ne ha decantato una bellezza straordinaria nelle costruzioni, nell’architettura, negli stucchi.
Le chiedo se vuole visitarla e lei ne è entusiasta. Mi studio tutto il percorso, ripasso la storia e parto dal parco del Mare, vicino alla stazione della metro. La porto a via Carlo Randaccio, su per via Magnaghi, la scalinata di Carlotta. La saliamo e le faccio vedere il lotto dove è stato girato il film: “le ragazze di piazza di Spagna” che lei conosce. La porto a Piazza Sauli, vede la chiesa e vuole visitarla all’interno. Mi chiede la storia rappresentata nell’affresco di destra, i bombardamenti di S. Lorenzo. Poi esce e rimane colpita dall’architettura della Cesare Battisti ed esclama “Wow!” all’americana. Da lì in poi è tutto un “Wonderful!” “Wow!” “Merravvigliosso!” fino a piazza Brin e via della Garbatella.
Si rammarica che ha dimenticato la sua macchina digitale. Pochi giorni dopo, mi faccio un giro con la mia, scatto una ventina di foto piene di rose e fiori nei lotti, gliele regalo col titolo “la città giardino”. E’ così che siamo arrivati in Florida, lei ha un blog e parla della meravigliosa Garbatella.
Ritornata in Italia, andiamo a visitare Villa Medici. Guida in francese e lei non ci capisce nulla. La guida ci fa accomodare su una splendida terrazza che domina il panorama di Roma a centottanta gradi. Carol senza fiato guarda e di colpo indica il Gasometro: “Garbatella” dice.
La ragazza che ci fa da guida, francese stabilitasi a Roma, si volta di scatto chiedendoci se conosciamo la Garbatella. Ci dice che abita a via Ostiense e che è affascinata da questo quartiere, che non si stanca mai di girare. Carol le dice, in inglese, che io sono nata qui. Lei ammirata si gira verso di me e mi chiede, con le sue erre arrotolate e dolci e le nasali accentuate, “Veramente? Nei lotti?”. Orgogliosamente rispondo, al lotto Otto e lei ammirata mi guarda senza più parole.

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