mercoledì 10 luglio 2013

San Paolo, la storia «segreta» del santuario




Quando la basilica di San Paolo era una «città» fuori le Mura Aureliane. Quando vantava un monastero grandioso per l’estensione delle proprietà, paragonabile a Montecassino e Farfa. Quando offriva ai pellegrini un imponente sistema di accoglienza attraverso la «Porticus», il porticato con botteghe e case per i poveri lungo il percorso. È la storia «segreta» tra l’VIII e il IX secolo d.C. del santuario del santo martire che da domani sarà svelato al pubblico. Un racconto incastonato nell’alto-medioevo, che scivola tra un settore del grandioso monastero di Gregorio II, un «braccio» della portentosa Porticus, i resti della torre campanaria di Adriano I e le tante strutture di una vita quotidiana all’interno del borgo. Un patrimonio di prove archeologiche eccezionali che oggi scrivono un capitolo di San Paolo finora solo vagheggiato dagli studiosi.

Il grande santuario papale sulla via Ostiense è stato inaugurato alla fine di giugno. Un’area di mille metri quadrati, scavata a sud della basilica, che ha riportato alla luce una serie di testimonianze inedite, valorizzate oggi in un percorso di visita coperto da una struttura moderna. Un progetto nato tra il 2007 e il 2009 quando partirono gli scavi diretti da Lucrezia Spera per il Pontificio Istituto di archeologia cristiana e Giorgio Filippi per i Musei Vaticani, in stretta sinergia con l’amministrazione della basilica papale di San Paolo guidata dal cardinale James Harvey.

Sulla scorta dei restauri eseguiti dalla Scuola di specializzazione in beni architettonici de La Sapienza, si è arrivati al coronamento del museo sotto il coordinamento di Antonio Paolucci. Il tutto, grazie al sostegno economico dei Patrons of the Arts dei Musei Vaticani.

VITA DEL SUBURBIO
«Sono reperti unici - dichiara Lucrezia Spera - che consentono di scoprire una Roma alto-medievale che aspettava di essere indagata e su cui pesa ancora un’interpretazione negativa dei secoli bui. Inoltre, abbiamo uno spaccato di vita del suburbio». Il percorso parte da un settore del monastero di Gregorio II (715-731) quello adibito ai servizi di accoglienza per poveri e pellegrini, dotato di un pozzo: «Fu Gregorio che si preoccupò di sottrarre all’abbandono due monasteri preesistenti, ricostruendo un monastero grandioso che le fonti chiamano di San Paolo. Fu un’opera di rilancio del sito», racconta la Spera. Spicca, poi, una porzione della famosa «Porticus», con la sequenza delle colonne.

«L’allestimento - annuncia la Spera - proporrà al visitatore una ricostruzione del porticato secondo la descrizione che ne fa lo storico Procopio di Cesarea nel VI secolo, che lo definisce come un organismo ininterrotto lungo 14 stadi, cioè tre chilometri, dalle Mura Aureliane fino al tempio dell’apostolo». Fino al campanile di Adriano I (772-795), da cui si riescono a intuire le proporzioni della campana, del diametro di 45 centimetri. «Adriano è il grande costruttore della Roma d’età carolingia», avverte la Spera. Si vedono, poi, le vasche del cantiere per la miscelazione della malta, cuore della lavorazione dei materiali per costruire gli edifici del borgo. «San Paolo è una città sorta intorno alla tomba del martire - conclude la Spera - Alla fine del IX secolo si chiama Giovannipoli, la città di Giovanni VIII, il papa che tra l’872 e l’882 costruisce le mura fortificate a difesa dalle incursioni dei saraceni». 

Fonte: il Messaggero

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