Fonte
Pontina Calcio Show
Un innovativo complesso sportivo incastonato in una cornice totalmente urbana come quella di Via Alessandro Severo: questo è l’ambizioso progetto dell'A.D. Pol. "G. Castello calcio" condotto dal Responsabile della sez.calcio, Claudio Morlupo.
La recente affiliazione del sodalizio romano all’A.C. Milan, club più titolato al mondo, rende chiari quali siano i presupposti di partenza del settore calcio della storica “Polisportiva G.Castello”, fondata nel lontano 1967: fare vero calcio giovanile di livello trasmettendo tutti i metodi d'allenamento e di cultura dello sport insegnati da tecnici certificati dal Milan.
La nostra intervista con il sig. Claudio Morlupo, responsabile della sezione calcio, si svolge mentre tutto intorno fervono i lavori di manutenzione straordinaria dell’impianto di gioco della Polisportiva, che durante il mese d’Agosto subirà un notevole restyling che renderà più confortevole ed agevole la struttura adiacente via Cristoforo Colombo, la lunga arteria che collega Roma alla litoranea ostiense.
Buonasera sig. Morlupo. Lei è conosciutissimo nell'ambito calcistico perché ormai è da parecchi anni in questo storico sodalizio, come nasce questa Sua passione per il Castello?
"Quasi per gioco. Il tutto è iniziato quando i miei due figli hanno scelto il calcio come loro sport.", risponde il nostro interlocutore con un’aria seria e professionale. "Da principio ero un semplice genitore che guardava i ragazzi giocare al di fuori della rete ed esprimevo, forse all’epoca con scarsa competenza, con gli altri genitori i miei giudizi in merito alle attività tecnica svolta. Un primo passo in avanti fu quando mi proposero la carica di dirigente accompagnatore, che devo dire mi lusingò molto. Mi impegnai seriamente a creare armonia tra i ragazzi ed anche tra gli altri genitori che come me, erano sempre presenti agli incontri del sabato o della domenica. Con mia grande soddisfazione il mio lavoro di dirigente unitamente a quello di altri al mio fianco crearono un saldo legame nel gruppo ed anche con la
Polisportiva.”
Iniziamo subito con una curiosità, sicuramente in tutti questi anni Lei avrà avuto dei pupilli tra gli allenatori o anche tra i giocatori. Ci può fare solo un nome …. o siamo troppo indiscreti?
“Rammento un annata particolarmente favorevole: i ragazzi degli allievi della classe ’87. Fu un anno nel quale la G.Castello ottenne i più bei risultati calcistici e ciò fu dovuto principalmente alla coesione della squadra ed alla elevata educazione sportiva che i ragazzi dimostrarono su tutti i campi da gioco. La conduzione della squadra era affidata ad un caro amico e serio professionista,Massimo Colaprete, nome ben noto in ambito calcistico che oggi ricopre presso di noi la carica di direttore sportivo."
Il clima che si respira in questo club è ottimo: genitori appassionati che fondono il proprio saper fare e usano i propri spazi di tempo liberi per le attività del club del proprio figlio è qualcosa di raro: lei cosa ne pensa?
“Sì, esatto, una delle nostre forze è proprio questa, di far sì che l'impianto sportivo sia un luogo di ritrovo per la comunità del quartiere. Per questo cerchiamo di creare attività che possano coinvolgere anche i genitori. Per esempio, è ormai un appuntamento consolidato il Torneo dei Genitori che si svolge tra Marzo e Giugno, dove alla fine di ogni giornata si rimane a mangiare insieme. Da un anno a questa parte è partito anche il progetto della squadra delle Mamme, insieme con il Derby dei Genitori. In più da sempre la Polisportiva organizza dibattiti e incontri su temi d'attualità, non solo sportiva come la disoccupazione giovanile, il mercato del lavoro nella Provincia di Roma, lo Sport di Cittadinanza. L'incontro con Don Ciotti nella sede storica di Via Sannio è stato per i ragazzi e tutti i genitori un momento stupendo. Nella convinzione che lo sport non si riduca nella sola attività fisica ma sia un fondamentale mezzo di aggregazione sociale e di crescita e di formazione culturale.”
Un notevole rifacimento riguarderà le strutture: può anticiparci qualcosa?
“Nonostante le difficoltà dell'associazionismo popolare, come ogni anno cerchiamo sempre di migliorare la nostra struttura. Due anni fa abbiamo rifatto l'impianto d'irrigazione, lo scorso anno abbiamo rinnovato gli spogliatoi, quest'anno sono già partiti i lavori di rifacimento delle recinzioni del campo a undici e dei due campi da calcetto, insieme con la tribuna. Nel mese di Agosto verrà rimessa la pozzolana sul campo in terra, miglioreremo la zona accoglienza ora facilmente raggiungibile dall'ampio parcheggio realizzato sulla Cristoforo Colombo. Dopo 3 anni di sacrificio per noi e tutti i nostri iscritti, in quanto per realizzare i box auto ci avevano chiuso le due entrate del campo causandoci notevoli disagi. E siamo sempre in attesa della costruzione di 4 nuovi spogliatoi da parte del Municipio. In più c'è sempre il progetto di fare il campo in erba sintetica nel prossimo futuro.”
Partiamo della parte tecnica iniziando dalla fine dello scorso anno. Dopo un finale di stagione col brivido per mantenere la categoria regionale con gli Allievi, quest’anno quali saranno i presupposti ed i cambiamenti effettuati per la prossima stagione agonistica?
“La fine dello scorso anno è stata da cardiopalma, a dieci giornate dalla fine ci davano per spacciati, ma il gruppo guidato daMister Campisano ha dato prova d'orgoglio facendo un finale di stagione da vertice e strappando il punto salvezza al 92' dell'ultima giornata con il colpo di testa vincente del nostro mitico portiere Edoardo Cardone. Dopo 11 anni rischiavamo di perdere il titolo regionale, una favola a lieto fine direi. Il gruppo '97, guidato sempre da Mr. Campisano, che affronterà il prossimo anno la categoria regionale, è ambizioso ed equilibrato, ha ottime individualità nel reparto offensivo ed è solido in quello arretrato; ma soprattutto è un gruppo di amici sempre aperto a nuovi arrivi. Per quanto riguarda gli altri gruppi dell'agonistica, nutriamo su tutti ottime speranze, ma soprattutto l'obiettivo di proseguire il percorso di miglioramento.”
Certamente gli ottimi propositi con cui s’inizia questa stagione sportiva sono confermati dall’affiliazione al Milan, sarete l’unica scuola calcio rossonera nel cuore di Roma: vuole parlarci di come nasce questa collaborazione e di che progetti importanti porta con se questo speciale accordo?
“ La collaborazione nasce dal bisogno che sentivamo di offrire ai nostri allievi un percorso formativo di altissima qualità: per far ciò dovevamo partire dalla formazione dei tecnici, comunque già qualificati dai corsi fatti dalla FIGC, ma secondo noi insufficienti a dare tutti i mezzi necessari per saper gestire e capire l'attività motoria di un atleta che va dai 6 ai 16 anni. L'AC Milan, ci offre proprio questo, cioè la possibilità di una preparazione di livello professionistico ai nostri tecnici con una formazione didattica completa in modo tale da poter offrire una metodologia d'allenamento idonea per ogni fascia di età. Nel settore giovanile ci vogliono persone qualificate. La formazione del giovane è una cosa delicata. Ai ragazzi bisogna creare il problema, in modo che lo risolvano. Questo serve a farli crescere . Per consentire il rispetto dei livelli di eccellenza prefissati, la Società Milan ha creato la Milan Academy, la scuola che forma e aggiorna tutti gli allenatori che intervengono nelle singole iniziative e attività rossonere. Scopo dell’Academy è lo sviluppo di una “metodologia Milan” che, attraverso linee guida, programmi tecnici, filmati e materiali dedicati, supporta i tecnici che lavorano quotidianamente nelle Scuole Calcio Milan. In più il Milan, tramite un proprio tecnico, sarà presente sul campo per seguire lo sviluppo delle attività facendo visita alla società per almeno 4 volte per ogni stagione sportiva. Con l'idea comune che l'obiettivo principale sia sempre quello di far si che ogni bambino si affezioni allo sport e non smetta di praticarlo durante il percorso di crescita indipendentemente dal livello che può raggiungere nel calcio.”
Sig. Morlupo, può illustrarci come realmente questa scuola calcio rossonera mette al centro del progetto il bambino?
“La forza del progetto sta nel far vivere ai bambini lo sport come momento di divertimento e apprendimento di valori indispensabili per la propria formazione sia sportiva che educativa, di non preoccuparsi del risultato finale, ma di ricordargli che la vera soddisfazione viene dal lavoro stesso. Insegnargli che lo sport non si basa su l'idea di successo ma bensì su quella di dare il meglio di sé. Purtroppo sui campi di calcio delle società dilettantistiche esiste il malcostume di far giocare poco, o peggio, lasciare a casa i più deboli quando si vuol cercar di vincere un torneo o, peggio ancora, una singola partita. Ciò per noi è intollerabile. Noi dobbiamo offrire al bambino tutti i mezzi indispensabili per permettergli di esprimersi al massimo indipendentemente dal livello di partenza e di quello di arrivo. Attraverso l'utilizzo di regole di gioco, si possono proporre situazioni nelle quali i ragazzi devono risolvere e leggere numerose variabili, abituandosi automaticamente a pensare e ad agire il più in fretta possibile, pescando inconsciamente dal proprio bagaglio il gesto tecnico più efficace per raggiungere l'obiettivo desiderato. I nostri allievi non devono essere marionette in mano dell'allenatore che gli urla in partita a chi e dove passare la palla , ma giocatori pensanti che sappiano leggere la situazione di gioco e sappiano trovare da soli la soluzione del problema e se inizialmente non la trovano....meglio!! Perché l'errore è parte integrante del percorso di apprendimento. Il calcio deve essere divertimento e aggregazione, se poi arriva qualcosa in più tanto di guadagnato. Ma il primo pensiero non deve essere: voglio diventare un campione, altrimenti la frustrazione è dietro l'angolo. Il rischio più grande è che poi subentra lo sconforto e il ragazzo cresciuto con quest'ottica, ad una certa età smette di praticare non solo il calcio ma lo sport in generale, con tutti i rischi che la mancanza dell'attività sportiva comporta per il benessere psico-fisico della persona. Infatti i dati sull'abbandono dello sport in Italia in età giovanile sono drammatici."
Tutto veramente lodevole. Dalla prossima stagione quindi, materiale tecnico e parole molto in uso nel calcio professionistico come Milan Lab diventeranno familiari per Voi?
“Sì, infatti ci sarà concessa la possibilità di accedere al know-how di MilanLab riservato alle Scuole Calcio Milan. Per mezzo di esami non invasivi eseguiti con strumentazioni all’avanguardia si avrà un monitoraggio costante dello sviluppo fisico dei ragazzi; i dati raccolti saranno inviati al MilanLab, per poi elaborarne una restituzione periodica alle famiglie.”
Da chi saranno seguiti i ragazzi?
“Il nostro staff per quanto riguarda la scuola calcio prevede 1 allenatore ogni 10 bambini, tutti qualificati, operanti sotto la guida del responsabile della scuola calcio Luigi Martino. Nell'agonistica abbiamo affidato le due squadre di Allievi a Giorgio Campisanoex giocatore professionista, e al mister Giuseppe Casini confermato dopo l'ottima stagione fatta lo scorso anno e soprattutto per l'ottimo rapporto che ha instaurato con la squadra. Le squadre dei giovanissimi invece saranno affidate: i '99 a Massimo Colapretenostro direttore tecnico anch'esso ex giocatore professionista, capitano del Messina di Totò Schillaci; i ragazzi del 2000 ad un prodotto del nostro vivaio prima giocatore e poi istruttore nella Scuola Calcio, il mister Simone Morlupo. Tutto il settore Agonistico è supervisionato da Sergio Guenza per anni nel settore giovanile della Lazio ed allenatore della nazionale femminile, premiato per la carriera a Coverciano."
Ci sono tutti i presupposti per divenire un florido settore giovanile, la specializzazione degli allenatori , una partnership importante ed un vasto bacino come la nostra città da dove poter attingere: quali saranno gli obiettivi del primo anno sotto l’emblema rossonero milanese?
“Ma guardi l'obiettivo non è fondamentalmente diverso da quello che ci prefissiamo ogni anno: quello di creare un ambiente sano e sereno in tutte le sue componenti (allenatori, dirigenti e genitori ) dove il bambino possa esprimersi liberamente, crescere e maturare senza ansie e pressioni. E' chiaro che con l'aiuto dei servizi che ci offre il AC. Milan il salto di qualità sarà notevole e il progetto a medio lungo termine non può essere che quello di diventare un centro di riferimento importante per lo sport di base nel quartiere e non solo , un polo tecnico di altissima qualità ed efficienza; per offrire al bambino tutti i mezzi di cui ha bisogno per diventare un atleta e un uomo forte e robusto sia nello sport che nella vita.”
Noi vi seguiamo già su Facebook dove siete molto seguiti: so che state preparando un sito internet innovativo, ce ne vuole parlare?
“L'innovazione tecnologica ed il cambiamento di alcune pratiche comunicative è ormai noto a tutti nella società moderna. Da prima con i social network e presto con il sito internet vorremo dare un continuo aggiornamento di quelle che sono le attività sia tecniche che culturali e sociali nelle quali siamo protagonisti, e raggiungere il più ampio pubblico possibile che questi mezzi di comunicazione ti offrono.”
Sig. Morlupo, con un progetto di così alto valore, immaginiamo il lavoro solerte di tutto lo staff dirigenziale che dovrà portare il fantastico 'peso' di rappresentare il Milan … lo sente più come un onere o un onore?
“Per prendere questa importante decisione abbiamo coinvolto tutte le componenti del nostro staff, dagli allenatori ai dirigenti fino agli addetti della manutenzione del campo. Volevamo coinvolgere tutti, non ne doveva rimanere escluso nessuno. Ci siamo detti: se dobbiamo fare questo passo in avanti lo dobbiamo fare contemporaneamente. Dobbiamo esserne convinti tutti, altrimenti non avrebbe senso. E sono entusiasta che hanno visto nell'affiliazione una grande opportunità di crescita personale e che nessuno si è tirato indietro di fronte al confronto con una società professionistica, in questo caso la più titolata al mondo. Partiamo stimolati a dare il massimo. Per questo, pur conoscendo il grande impegno che ci aspetta, non possiamo che essere onorati di questo accordo."
Sig. Morlupo, La ringrazio del tempo che ci ha dedicato: se vuol aggiungere qualcosa che non abbiamo detto o ringraziare qualcuno faccia pure...
"Sì, grazie. L'attività per le squadre agonistiche riprenderà il 2 Settembre mentre per la scuola calcio faremo 2 open day, il 9 e il 12 settembre per far conoscere ai genitori e ai bambini i nostri istruttori e il nostro programma.Voglio ringraziare tutto il nostro staff dirigenziale che mi accompagna in tutte le decisioni, ringrazio i tecnici per la grande partecipazione dimostrata e ringrazio anche la AC Milan per questa grande opportunità e in fine ringrazio il presidente della Polisportiva Enzo D’Arcangelo che ci ha sostenuto negli anni mettendoci a nostro servizio la sua esperienza, accordandoci fiducia e autonomia.”
Con queste ultime parole lasciamo il sig. Morlupo al proprio da fare, tra i lavori di ammodernamento del campo ed un sogno a strisce rossonere che presto diverrà realtà. In fondo, Settembre non è poi così lontano, così come non lo è quella nuova splendida realtà.
Fabio Caterini per “Undici in campo”
http://www.pontinacalcioshow.it/index.php?option=com_content&view=article&id=2617&catid=0
Stamattina scendendo per andare al lavoro, mi sono trovato la via (via Luigi Fincati) occupata da una decina di TIR del cinema, tutti messi in doppia fila, e uno non solo parcheggiato contromano, ma anche sulle strisce pedonali.
e aveano messo dei paletti sul passo carrabile /che IO partecipo a pagare come se fosse il LORO.
ho iniziato una discussione e mi hanno portato da un viglie che era li di guardia (alle loro attività), gli ho fatto presente la cosa e la sua risposta è stata, "le hanno fatto spostare la macchina?" e io no
lui ha ripetuto " le hanno fatto spostare la macchina?" e io "NO", "allora tutto a posto" ha aggiunto.
Allora vista la cosa me ne sono andato, inutile proseguire, conoscendomi sarei andato a finire a male parole e ci si rimette sempre con questa gente e soprattutto questo atteggiamento.
Ma ho alcune domande a cui mi piacerebbe avere risposta.
I cineasti dovrebbero pagare il suolo pubblico, inserire dei cartelli qualche giorno prima con un permesso dato dai vigili e poi possono lavorare e anche far spostare le macchine.
in questo caso è palese che non hanno pagato nulla
non solo ma avevano un vigile a loro disposizione che li proteggeva
ho comunque da evidenziare un paio di cosine.
tutti noi se parcheggiamo in doppia fila ci fanno una multa
tutti noi se parcheggiamo contromano ci fanno la multa
tutti noi se parcheggiano sulle righe pedonali ci fanno la multa
perché questi fanno come voglio e sono protetti?
spendinamo soldi pagando i vigili che fanno protezione a sta gente ?
Hanno pagato il servizio del vigile e se si a chi? si potrebbe vedere la ricevuta?
quanto mi piacerebbe che Catarci (che io ho votato purtroppo in questo caso) rispondesse a queste domande
Un saluto a tutti e scusate lo sfogo Personale
Luciano PM
Non tutti sanno che una volta c'era l'oratorio di San Paolo, che non è quello che c'è ora ...
noi ci andavamo a giocare e queste sono le prove.
Da Romatoday.it
Si sono costituiti i quattro responsabile dell'incendio appiccato sabato scorso al Liceo Socrate. Una vendetta per la bocciatura pare essere il movente dell'azione. In questo momento, i ragazzi, di cui due minorenni, si trovano negli uffici della Digos e stanno raccontando i fatti agli inquirenti, accompagnati dai genitori e dagli avvocati difensori.
UNA VENDETTA TROPPO GRANDE - Tre di loro erano appena stati bocciati. Altri due avevano già ripetuto l'anno per due volte consecutive. Ma la vendetta è sfuggita alle mani dei quattro giovani piromani, che hanno dichiarato alla Questura: “non immaginavamo che l'incendio potesse provocare tutti quei danni”.
UN'IDEA FOLLE - Non si è trattato di un piano progettata a mente fredda. I quattro studenti del Liceo avevano appena passato una serata al mare, avevano bevuto, e, al rientro all'alba, quell'idea folle: appiccare il fuoco a qualche banco, punire la scuola per quelle bocciature. Ma le fiamme non hanno travolto solo qualche banco: “Abbiamo appiccato il fuoco e non immaginavamo che le fiamme potessero estendersi”, hanno confessato i ragazzi.
DARE REGOLE AI NOSTRI STUDENTI - “E' molto triste che degli studenti della nostra scuola, educati in un certo modo, abbiano compiuto un gesto così devastante, - sono le parole di sconforto di Francesca Marzio, docente del Liceo Socrate, - Dobbiamo interrogarci e riaggiustare il tiro sul nostro progetto educativo”. Parla di regole, l'insegnante, che tutti dovrebbero rispettare: “E' un potenziale di violenza inaudito”.
L'IPOTESI OMOFOBIA - In questi giorni, i quattro colpevoli erano stati più volte al centro dei sospetti. Gli studenti del Liceo e il loro Preside avevano chiesto di non puntare il dito contro di loro, sperando fino all'ultimo che non fossero stati i compagni di scuola ad appiccare il fuoco. Le indagini degli inquirenti si erano estese anche al cantiere interno all'edificio, per sondare tutte le possibilità. Ma quei nomi non smettevano di spuntare, e per ragioni ogni volta differenti. Inizialmente aveva preso piede l'ipotesi omofobia. Uno dei ragazzi, A.G., appartiene infatti a Lotta Studentesca, un movimento di estrema destra, molto distante dalle politiche di apertura e tolleranza che la scuola stava portando avanti con i suoi progetti educativi. Poi alcuni precedenti, le scritte sul cancello, le galline introdotte nell'edificio. Tutto portava a loro.
L'IPOTESI DI UN PIANO PREMEDITATO - Si è parlato di piano premeditato, di azione da professionisti e quindi l'ipotesi che quell'allarme scattato venerdì al termine degli esami di maturità fosse stato fatto scattare apposta, per verificare quanto tempo ci avrebbe messo la Polizia ad arrivare e organizzare i tempi per mettere in atto il crimine e fuggire prima dell'arrivo degli Agenti.
IL PRESIDE DELLA SCUOLA - A fare i loro nomi per la prima volta, proprio il preside del Socrate, sottolineando però che non era nelle sue intenzioni accusare qualcuno e che l'ipotesi politica o omofobica era da scartare perché non c'erano stati in precedenza segnali di rivendicazioni nei confronti della scuola e dei suoi progetti formativi.
NULLA DI TUTTO QUESTO - E, infatti, non era questo il movente. E' stata la bocciatura (per due di loro, l'ennesima) a far scattare nelle menti dei giovani piromani quel progetto assurdo: dare fuoco ai banchi del Liceo. Nessun piano studiato, nessun colpo da professionisti: semplicemente un falò di banchi che è sfuggito di mano ai quattro ragazzi e si è trasformato nell'incendio che ha distrutto un intero piano della scuola.
RIPARIRE ENTRO IL 2 SETTEMBRE - Sono sconvolti gli studenti del Socrate, e lo sono anche il Preside, i genitori e le Istituzioni, che già nei giorni scorsi avevano preso a cuore il progetto per la ricostruzione della scuola, nell'unanime convincimento che l'istituto debba tornare operativo entro la data di inizio degli esami per il recupero dei debiti, il 2 settembre.
IERI IL PRIMO VERTICE TECNICO: NO CONTAINER E SERVIZI PROVVISORI - Un primo vertice tecnico, già annunciato dal sindaco Marino durante il suo sopralluogo il giorno dell'incendio, è avvenuto ieri mattina. Presenti il prefetto Giuseppe Pecoraro, l'assessore capitolino alla scuola Alessandra Cattoi, il presidente dell'VIII Municipio Andrea Catarci, i rappresentanti di Provincia, Comune, Regione e Ministero dell'Istruzione. Con loro, il preside del Socrate Vincenzo Rudi e il rappresentante d'Istituto Luca Brigida. Oltre 200.000 euro è il preventivo per i lavori di ristrutturazione. Sarà la Provincia a farsi carico del reperimento dei fondi, mentre Comune e Regione finanzieranno sedie, banchi e strumenti per la didattica. Il Ministero dell'Istruzione provvederà al sostegno della Provincia qualora non ci fosse denaro sufficiente. Apertura del cantiere quanto prima, per garantire l'apertura regolare dell'Istituto. L'edificio non ha infatti subito danni strutturali, spiega Catarci, quindi le operazioni dovrebbero avvenire secondo i tempi. Esclusi container e servizi provvisori: la scuola sarà ricostruita.
Fonte ANSA
ROMA - Incendio nelle prime ore di stamani al liceo Socrate di Roma, nel quartiere Ostiense. I vigili del fuoco hanno spento le fiamme che hanno distrutto alcune aule A dare l'allarme era stato il custode della struttura, che aveva visto intorno alle 5.40 del fumo uscire da un'aula.
Secondo gli agenti del commissariato Colombo, che hanno trovato una scatola di cerini e rilevato delle impronte, si è trattato di un atto vandalico. All'interno di un'aula le fiamme avrebbero distrutto alcuni computer e il preside della scuola ha sporto una denuncia contro ignoti. Non è la prima volta che avvengono episodi simili nell' istituto: in passato al liceo Socrate sono comparse scritte omofobe e si erano già verificati altri atti vandalici. Gli agenti stanno anche indagando per capire se possa trattarsi della mano già responsabile degli episodi passati.
"Una vera azione criminale, uno schiaffo in faccia a tutta la città e alla comunità. Siamo devastati da questo atto". Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, dopo un sopralluogo alle aule del liceo Socrate alla Garbatella, distrutte stamani da un incendio doloso. Marino, accompagnato dal vicepresidente della Regione Massimiliano Smeriglio, ha promesso, parlando con uno studente, "spero già da lunedì di darvi degli spazi per l'attività scolastica". Il sindaco è andato a vedere le aule distrutte assieme al preside del Socrate Vincenzo Rudi. "E' tutto distrutto, l'incendio ha sciolto le parti in plastica - ha raccontato Marino -, le lavagne sono distrutte, i libri bruciati". Un'insegnante del liceo si è rivolta al sindaco dicendo "é un atto terribile che colpisce tutti, abbiamo chiesto telecamere, più luce, di riparare le finestre", ricordando gli atti di "vandalismo e di omofobia degli ultimi mesi". Marino si è intrattenuto anche con il portavoce del Gay Center Fabrizio Marrazzo, che non esclude un collegamento con le scritte omofobe di febbraio e maggio scorsi.
"I danni sono per centinaia di migliaia di euro, se non ci sono lesioni strutturali. Lunedì ci sarà una riunione tra Comune, Provincia e Regione per fare il punto. Quello che ferisce di più è vedere i libri bruciati, le lavagne elettroniche sciolte. E' un atto organizzato da qualcuno con una mente criminale". Così il sindaco di Roma, Ignazio Marino, al liceo classico Socrate, un intero piano del quale è stato gravemente danneggiato stamani da un incendio doloso. "Questo non è un atto vandalico, è l'atto più orrendo perché contro la società civile, la cultura, i nostri ragazzi - ha detto ancora Marino -. La reazione delle istituzioni sarà prontissima e rigorosissima. Faremo ogni sforzo per evitare qualsiasi interruzione dell'attività". "Ero molto preoccupato per gli atti omofobi della storia recente del Socrate - ha detto ancora Marino -, ma questa è criminalità e sono certo che tutta la città reagirà".
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2013/07/13/Incendio-liceo-Socrate-Roma_9017795.html
Quando la basilica di San Paolo era una «città» fuori le Mura Aureliane. Quando vantava un monastero grandioso per l’estensione delle proprietà, paragonabile a Montecassino e Farfa. Quando offriva ai pellegrini un imponente sistema di accoglienza attraverso la «Porticus», il porticato con botteghe e case per i poveri lungo il percorso. È la storia «segreta» tra l’VIII e il IX secolo d.C. del santuario del santo martire che da domani sarà svelato al pubblico. Un racconto incastonato nell’alto-medioevo, che scivola tra un settore del grandioso monastero di Gregorio II, un «braccio» della portentosa Porticus, i resti della torre campanaria di Adriano I e le tante strutture di una vita quotidiana all’interno del borgo. Un patrimonio di prove archeologiche eccezionali che oggi scrivono un capitolo di San Paolo finora solo vagheggiato dagli studiosi.
Il grande santuario papale sulla via Ostiense è stato inaugurato alla fine di giugno. Un’area di mille metri quadrati, scavata a sud della basilica, che ha riportato alla luce una serie di testimonianze inedite, valorizzate oggi in un percorso di visita coperto da una struttura moderna. Un progetto nato tra il 2007 e il 2009 quando partirono gli scavi diretti da Lucrezia Spera per il Pontificio Istituto di archeologia cristiana e Giorgio Filippi per i Musei Vaticani, in stretta sinergia con l’amministrazione della basilica papale di San Paolo guidata dal cardinale James Harvey.
Sulla scorta dei restauri eseguiti dalla Scuola di specializzazione in beni architettonici de La Sapienza, si è arrivati al coronamento del museo sotto il coordinamento di Antonio Paolucci. Il tutto, grazie al sostegno economico dei Patrons of the Arts dei Musei Vaticani.
VITA DEL SUBURBIO
«Sono reperti unici - dichiara Lucrezia Spera - che consentono di scoprire una Roma alto-medievale che aspettava di essere indagata e su cui pesa ancora un’interpretazione negativa dei secoli bui. Inoltre, abbiamo uno spaccato di vita del suburbio». Il percorso parte da un settore del monastero di Gregorio II (715-731) quello adibito ai servizi di accoglienza per poveri e pellegrini, dotato di un pozzo: «Fu Gregorio che si preoccupò di sottrarre all’abbandono due monasteri preesistenti, ricostruendo un monastero grandioso che le fonti chiamano di San Paolo. Fu un’opera di rilancio del sito», racconta la Spera. Spicca, poi, una porzione della famosa «Porticus», con la sequenza delle colonne.
«L’allestimento - annuncia la Spera - proporrà al visitatore una ricostruzione del porticato secondo la descrizione che ne fa lo storico Procopio di Cesarea nel VI secolo, che lo definisce come un organismo ininterrotto lungo 14 stadi, cioè tre chilometri, dalle Mura Aureliane fino al tempio dell’apostolo». Fino al campanile di Adriano I (772-795), da cui si riescono a intuire le proporzioni della campana, del diametro di 45 centimetri. «Adriano è il grande costruttore della Roma d’età carolingia», avverte la Spera. Si vedono, poi, le vasche del cantiere per la miscelazione della malta, cuore della lavorazione dei materiali per costruire gli edifici del borgo. «San Paolo è una città sorta intorno alla tomba del martire - conclude la Spera - Alla fine del IX secolo si chiama Giovannipoli, la città di Giovanni VIII, il papa che tra l’872 e l’882 costruisce le mura fortificate a difesa dalle incursioni dei saraceni».
Fonte: il Messaggero
Entrata 5 Euro
Inizio Proiezione ore 21.15
SABATO 6 LUGLIO
IL GRANDE GATSBY
di Buz Luhrman con Leonardo di Caprio,
Tobey Maguire, Carey Mullingan
(drammatico, 142’)
DOMENICA 7 LUGLIO
QUARTET
di Dustin Hoffman con Maggie Smith,
Albert Finney, Tom Courtenay, Billy
Connolly (commedia)
LUNEDI 8 LUGLIO
VENUTO AL MONDO
di Sergio Castellitto con Pénelope Cruz,
Emile Hirsch, Adnan Haskovic
(drammatico)
MARTEDI 9 LUGLIO
LA MIGLIORE OFFERTA
di Giuseppe Tornatore
con Geoffrey Rush, Jim Sturgess, Sylvia Hoeks
(drammatico, 124’)
MERCOLEDI 10 LUGLIO
IL SOSPETTO
di Thomas V
interberg
con Mads
Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Annika
Wedderkopp (drammatico, 106’)
GIOVEDI 11 LUGLIO
GLI EQUILIBRISTI
di Ivano De Matteo con Valerio Mastandrea, Barbora Bobulova
(drammatico)
VENERDI 12 LUGLIO
TUTTI I SANTI GIORNI
di Paolo Virzì
con Luca Marinelli,
Thony, Micol Azzurro, Paolo Pallitto
(commedia)
SABATO 13 LUGLIO
BUONGIORNO PAPA’
di Edoardo Leo con Raul Bova, Marco
Giallini, Nicole Grimaudo
(commedia, 102’)
DOMENICA 14 LUGLIO
ARGO
di Ben Affleck con
Ben Affleck, Bryan
Lee Cranston, Alan Arkin, John Goodman (drammatico)
LUNEDI 15 LUGLIO
GAMBIT
di Michael
Hoffman
Con Colin Firth, Cameron Diaz, Alan Rickman, Tom Courtenay
(commedia, USA, 90’)
MARTEDI 16 LUGLIO
LA PARTE DEGLI ANGELI
di Ken Loach con Paul Brannigan,
John Henshaw, Roger Allam
(commedia, 106’)
MERCOLEDI 17 LUGLIO
UNA FAMIGLIA PERFETTA
di Paolo Genovese con Sergio
Castellitto, Claudia Gerini, Marco
Giallini, Carolina
Crescentini, Eugenia
Costantini (commedia)
Riallacciandomi al post precedente sul "Papa polacco", pubblico qui un articolo che mia madre, scrisse per il giornalino di S. Francesco Saverio qualche anno fa, racconta piccoli aneddoti, ai molti sconosciuti, a cui lei ha assistito, durante la visita nel 1978, che il Papa fece a S. Francesco Saverio e quando, giovane prete, lo vide confessare in parrocchia, nel primo dopoguerra.
"Quella domenica del tre Dicembre 1978, prima di avvento, qui nella nostra parrocchia, c’era un grande fermento. Era iniziata, sì, l’attesa di nostro Signore, ma noi quel giorno attendevamo impazienti un personaggio molto importante: Karol Wojtyla.
La sua visita iniziò con un simpatico e allegro dialogo tra lui e i fanciulli della Garbatella, che, rumorosi e festanti, lo attendevano nel cortile posto sul retro della chiesa.
Lui, dal terrazzo, scherzando con loro come un bambino, gli proponeva, domande di catechismo, alternandole a frasi simpatiche e accattivanti.
Poi entrato in chiesa, fu oggetto di una vera ovazione, tanto che monsignor Diego Bona, parroco
di allora, pregò tutti di fare un bel regalo al papa stando zitti. Subito si fece un profondo silenzio: era il papa in persona che ci onorava della sua presenza, inoltre era la prima parrocchia
fra le trecento e più di Roma, che lui sceglieva nel suo programma di visite pastorali.
Fu quello un bellissimo giorno, di grande gioia per noi e per lui stesso.
In quell’occasione ci fu un simpatico aneddoto che ricordo con piacere. Dopo la messa, il vice parroco don Delmo Guerra, preso dall’emozione, data l’importanza del personaggio, offrendogli una tazzina di caffé, scambiò lo zucchero con il sale. Questo piccolo incidente anziché procurare disagio, divenne occasione di allegria, perché primo fra tutti ad esserne divertito e a riderne, fu proprio il papa, sciogliendo così ogni tensione.
Nella sua edificante omelia, durante la quale mise in risalto il valore della famiglia come chiesa domestica e prima cellula della società, ebbe anche a dire che venendo da noi, provava la sensazione di tornare a casa dopo tanti anni.
Nel mio cuore si risvegliarono allora tanti ricordi, di quando io, allora adolescente, quasi ogni domenica lo vedevo venire ad aiutare il parroco nella liturgia, nella vita di parrocchia e nelle confessioni. Aveva l’abitudine di leggere il breviario percorrendo lentamente avanti e indietro la chiesa nella sua lunghezza. Era il primo dopoguerra e lui, giovane studente universitario presso i padri domenicani dell’Angelicum, in quel periodo soggiornava a Roma.
Noi tutti lo chiamavamo il prete polacco, io stessa alcune volte mi sono confessata da lui.
Il suo accento straniero mi incuteva soggezione, ma lui era sempre dolce, come è poi rimasto per tutta la sua vita trattando con la gioventù, infatti sono stati sempre i giovani ad acclamarlo fino alla fine dei suoi giorni, vegliando per lui sotto le sue finestre e chiedendo la sua elezione a santo.
Io ho sempre ammirato ed amato Karol Wojtyla, uomo di Dio, forte e deciso con i potenti e caritatevole verso i deboli e gli oppressi. E’ stato il papa della pace perché ha saputo dialogare tra le diverse fedi pur rispettando le loro individuali originalità, cercando così di impedire il nascere di guerre di religione. Con profonda umiltà ha saputo chiedere perdono per gli errori commessi in passato dalla Chiesa, con altrettanta umiltà ha fatto visita alla sinagoga di Roma abbracciando il rabbino Elio Toaff e riconoscendo il popolo ebreo come nostro fratello maggiore e nostre radici nella fede.
Con la sua voce ha predicato Dio in ogni angolo del mondo, non cedendo mai alla stanchezza. Quando la malattia lo straziava, ha cercato sempre di reagire e di portare a termine la sua missione
anche se la sua croce si era fatta insopportabilmente pesante.
Noi ti ameremo sempre, umilissimo e fedele pastore, grandissimo papa, santo Karol Wojtyla."Ivana C.
Riprendiamo un vecchio post del 2011 perchè pochi sanno che :
La parrocchia di San Francesco Saverio alla Garbatella,
dove il Santo Padre fu accolto dall’allora parroco, don Diego Natale Bona, era particolarmente cara a Giovanni Paolo II. Negli anni ’47-48, infatti, il giovane sacerdote Karol Wojtyla (ordinato a Cracovia nel 1946, il 1° novembre, Solennità di Ognissanti) vi prestava quasi ogni domenica servizio pastorale, amministrando il sacramento della confessione, mentre studiava a Roma, all’Angelicum, per conseguire la licenza in teologia.
Qui lui passava molto tempo nel confessionale e spalancava le porte della misericordia di Dio rinnovando, con la vita e con le opere, i gesti sacramentali che compiva come ministro». Si è espresso così il cardinale Franc Rodé, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, nell’omelia della celebrazione eucaristica da lui presieduta lo scorso 15 novembre nella parrocchia di San Francesco Saverio alla Garbatella di cui è titolare.
Il porporato, che appartiene alla Congregazione della missione (lazzaristi), ordine fondato da San Vincenzo de’ Paoli, è stato invitato per ricordare, trenta anni dopo, la prima visita pastorale compiuta in una parrocchia romana da Giovanni Paolo II e avvenuta domenica 3 dicembre 1978, appena un mese e mezzo dopo l’elezione al soglio pontificio.