domenica 28 giugno 2015

La Garbatella - ottobre 2013

foto dal blog http://diceche.blogspot.it/


Testo scritto da Enrico Liberini, uno che alla Garbatella ci è nato e vissuto. Postato sul profilo  di Facebook  di "La Mia Garbatella".



Le case della parte vecchia hanno poco meno di cento anni, cammino tra i lotti, sento i profumi di allora e torno bambino, quando in piena estate le persone anziane, dopo la pennichella consumata nelle ore più calde, si godevano un pò di fresco nel cortile delle loro case. quanta pace nel vedere quelle donne, che incrociati i ferri e un gomitolo di lana, preparavano, sciarpe, cappelli e maglioni per i loro famigliari, pensavano con largo anticipo all’inverno, altre sgranavano fagioli, si preparavano i pomodori essiccati al sole mettendoli nei barattoli sottolio con spezie varie, parlavano della loro vita che scorreva tra un fagiolo, un pomodoro, un maglione e qualche pettegolezzo sulla vicina di casa. nei lotti c’era lo stenditoio dove le donne stendevano i loro panni al sole, dopo averli lavati nelle fontane, la lavatrice non c’era e neanche la televisione, per tanto i figli venivano giù come se piovesse, mia madre si chiamava Rina, eravamo sei figli, all’epoca nel lotto si mormorava che la signora Rina, mia madre, non era molto propensa a fare figli, perché la media, era tra gli otto e i dodici figli a coppia. avevamo poco o nulla, ma eravamo sereni e senso di libertà, nei lotti si cresceva insieme, spensierati, i giochi erano il pallone, ogni tanto saltava qualche vetro di una finestra e si spariva per qualche giorno, il picchio si giocava per ore e ore, le palline di vetro “boccini” una buchetta in terra e giù a giocare, poi con la nizza, una battuta più forte e qualche vetro saltava e si spariva di nuovo per qualche giorno. di tanto in tanto facevamo un giro per la Garbatella, eravamo una piccola banda di ragazzini, frequentavamo l’oratorio di padre Guido, un campetto di calcio, ed intorno tanti giochi diversi, al suono della campanella si scappava verso l’uscita, perché la campanella voleva dire che dovevi andare a senti la messa, con padre guido che guidava e controllava che tutti entrassero in chiesa. nel periodo estivo andavamo a raccogliere un po di frutta nei villini di via Guglielmotti, il padrone non era d’accordo e spesso ci toccava scappare a gambe levate, che belli i villini con il loro pezzetto di terra, con l’entrata indipendente, ancora oggi sono li. la fontanella di Carlotta, il bar dei cesaroni sede del Roma club Garbatella, al fianco destro una scalinata che ti porta a conoscere dei lotti molto piccoli, le case, piano terreno e piano primo … percorrendo quelle stradide ti rilassavi. piazza benedetto Brin, qualcosa di meraviglioso, passi un archetto e scivoli in una stradina con ai suoi lati tutti villini, alla parte opposta dell’archetto, sempre sulla piazza, si trova la scalinata detta la piccola trinità dei monti, è solo molto più piccola, in fondo alla scalinata, attraversato il ponte ti trovi alla vecchia vetreria, oggi università Roma 3. la Garbatella è stata progettata da sette architetti diversi, girando per la parte vecchia, si notano le diversità nel realizzare le case, ancora oggi spesso si vedono persone, sole o in gruppo, fotografare le costruzioni di allora, con le loro diverse architetture. si dice che in quella zona, in una vecchia bettola (osteria), lavorasse una ragazza tanto garbata e bella e fu’ così che quella zona venne chiamata Garbatella.

1 commento:

  1. Bellissima.. con questo racconto mi sono rivista bambina 30/35 anni fa quando alla Garbatella venivamo a trovare i miei nonni. Loro abitavano a via Caffaro. Quanti bei ricordi. Mi ricordo il fruttivendolo che era proprio di fronte alla Standa, qui Una passeggiata con nonna non mancava mai.

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